Dagli alunni della Scuola primaria di Campo Ligure riceviamo e pubblichiamo con vero piacere sulle nostra pagine de “l’inchiostrino“, ospitate nella “Bacheca di Marta Calcagno“, questo resoconto di una “lezione di storia all’aria aperta” – La redazione
Gli alunni della Scuola primaria di Campo Ligure Il castello simbolo di Campo Ligure, il borgo più bello d’Italia
NOI ALUNNI DELLA CLASSE V ABBIAMO SCOPERTO UN INTRECCIO DI STORIA, ARTE E PREZIOSE RISORSE
Dai nostri appunti e dalle informazioni fornite dalla nostra guida, Gianluca, scriviamo un articolo sulla nostra uscita del 28 settembre 2021
Ieri giornata memorabile! Con l’aiuto di Gianluca abbiamo scoperto tanti aspetti del nostro paese che non conoscevamo e abbiamo intrapreso un viaggio emozionante nella storia
PRIMA TAPPA
Ci siamo fermati al centro del nostro parco giochi e abbiamo chiesto al nostro esperto accompagnatore di raccontarci come è cambiato il territorio campese nel corso dei millenni. Siamo partiti da molto lontano…circa due milioni di anni fa! Campo Ligure non esisteva perché al suo posto c’era il mare. Lo sappiamo perché sono stati ritrovati dei fossili di creature marine e di conchiglie proprio nella zona dove ora sorge la nostra scuola. Nella biblioteca comunale è conservato il fossile di una grande conchiglia, ritrovata molto recentemente nei pressi dei campi da tennis. Il primo elemento del nostro territorio che è emerso dal mare sono stati gli Appennini che sono montagne antiche; lo capiamo dalla loro forma: non sono appuntiti perché sono stati levigati dagli agenti atmosferici. Anche il tipo di roccia presente nelle nostre zone ci aiuta a capire che un tempo c’era il mare: ad esempio la serpentinite è una roccia oceanica, usata anche per la costruzione del castello. Il nostro ambiente offriva tutte le risorse necessarie all’uomo per soddisfare i propri bisogni: acqua, cibo, protezione, legname, terreno coltivabile. Per questo il nostro territorio fu popolato già dall’antichità.
LA STORIA
Dopo la dominazione romana vi furono ondate di invasioni barbariche, i Saraceni, i Longobardi e per ultimi i Franchi. Una traccia del dominio di questi popoli è la presenza molto frequente di luoghi dedicati a San Michele Arcangelo, santo molto venerato dai Longobardi. Gli abitanti di Campo costruirono il castello per difendersi dagli attacchi nemici. Scelsero proprio quel punto per poter avere un’ottima visuale di tutto il territorio e controllare le entrate del paese. Inoltre, essendo in zona sopraelevata, era molto difficile da raggiungere, anche per la conformazione delle strade e dei vicoli, molto stretti. Il castello, che era più precisamente un fortilizio difensivo, offriva un sicuro rifugio alla popolazione e ospitava i soldati.
Gianluca ci ha chiesto di osservare le case del borgo dal Ponte San Michele: abbiamo notato che sono tutte attaccate. I nostri antenati le costruirono così per risparmiare mattoni ma soprattutto perché formavano delle mura difensive difficilmente superabili. Gli stretti vicoli poi creavano una specie di labirinto che disorientava i nemici.
CAMPO IERI E OGGI
Osservando l’abitato dando le spalle al Comune abbiamo confrontato le foto del paese di tanto tempo fa con l’immagine reale e notato le differenze. Abbiamo fatto in modo che il nostro punto di vista fosse proprio lo stesso di quello dell’autore dell’antica immagine. Abbiamo scoperto che il fiume un tempo era molto più alto e c’erano meno mura intorno al suo letto, c’erano più alberi e meno case. Gianluca ci ha spiegato che il ponte anticamente era in legno. Nel 1702 venne costruito il primo ponte in pietra che, come già quello in legno, veniva spesso distrutto dalle piene del fiume. Nel 1847 venne infine costruito in muratura, a quattro arcate, due più grandi e due piccole ai lati. Osservando il paese dal ponte notiamo che è davvero protetto dai torrenti, sulla nostra destra il Ponzema e sulla sinistra l’Angassino.
LE CURIOSITÀ E I PALAZZI
Una curiosità: il ponte di San Michele veniva chiamato anche di Adelaide, la moglie del marchese dell’epoca, donna molto buona, tanto da essere considerata dal popolo una Santa. Percorrendo via della Giustizia abbiamo osservato velocemente il Palazzo di Giustizia, dove un tempo c’era il tribunale e dove si trovavano le prigioni. Oggi ospita il Museo della Filigrana, arte che rende Campo Ligure famoso in tutta Italia. Attraversando la piazza principale diretti verso la chiesta parrocchiale, abbiamo osservato il Palazzo marchionale, o palazzo Spinola, dimora del signore del paese. Ci ha incuriosito molto il racconto del particolare della passerella che collegava il palazzo al castello e che permetteva ai signori di rifugiarvisi in caso di attacco nemico. Partiva dal Palazzo Spinola, lato via don Minzoni, e si collegava con la casa di fronte, della quale veniva utilizzato il sottotetto come passaggio (la “galleria”). Il quadro dimostra la presenza della passerella. Si può ammirare nel portone di un’abitazione privata, in via A.S. Rossi 52. Sul lato opposto della casa, affacciato su via Convento, un’altra passerella portava alle mura del castello. Della sua presenza resta ancora un pezzo di putrella in ferro.
LA CHIESA PARROCCHIALE
Siamo poi entrati nella chiesa parrocchiale, dedicata alla natività di Maria Vergine, edificio costruito nel 1600. Fu distrutta completamente da un incendio, così ne venne eretta una nuova. I lavori durarono moltissimi anni: dal 1680 al 1803! Gianluca ci ha invitato a osservare con attenzione i dipinti e ci ha chiesto che funzione avevano e continuano ad avere. Abbiamo risposto che i quadri raccontano con le immagini episodi della vita religiosa e li mostrano alle persone. Un tempo i quadri sostituivano la parola scritta perché in pochi sapevano leggere e scrivere. Ci siamo soffermati a osservare il quadro di Santa Lucia, una martire che si fece uccidere piuttosto che tradire la sua religione. Un affresco che ci ha affascinato molto è stato quello sul soffitto, grande e ben conservato. Al centro vi è raffigurata la Madonna, tra Santa Maria Maddalena e Santa Lucia. A destra, e lo si riconosce dal castello, è dipinto il paese di Campo mentre a sinistra si può vedere Masone. Il grande dipinto raffigura infatti l’apparizione della Madonna sul Monte Bonicca e ne riporta anche la data: 2 settembre 1595.
LA CHIESA UN TEMPO CENTRO CULTURALE DEL PAESE
Siamo poi saliti nell’antica biblioteca della chiesa, un posto magico e un po’ misterioso. Una ripida scala conduce ad una stanza luminosa e piena di antichi volumi. Sono circa 900! Perché i libri in una chiesa? Perché un tempo solo i sacerdoti sapevano leggere e scrivere e le chiese erano anche il centro culturale del paese. I sacerdoti possedevano libri su ogni argomento: geografia, storia, medicina, letteratura… Erano molto istruiti e mettevano a disposizione il loro sapere per aiutare la popolazione. Si chiedeva consiglio al sacerdote per ogni difficoltà della vita.
ULTIMA TAPPA
Ultima tappa del nostro itinerario è stata il castello! Prima di scoprire tanti aspetti sconosciuti e affascinanti del nostro fortilizio ci siamo concessi una veloce merenda sotto il pergolato davanti all’ingresso. Entrare all’interno delle mura ci ha portato immediatamente in un tempo lontano! Salire fino in cima alla torre è stato emozionante e anche un po’ pauroso: la scala è ripidissima, stretta e con scalini consumati dal tempo. Gianluca ci ha fatto riflettere su una curiosità: i soldati, scendendo dalla torre per affrontare i nemici, si tenevano al corrimano con la mano sinistra e con la destra potevano maneggiare agevolmente la spada, fronteggiando gli assalitori in modo efficace. Prima di cominciare la salita abbiamo ammirato i forni per cuocere il cibo o tenerlo caldo. Salire la ripida scala ci ha un po’ spaventato ma, emozionati e incuriositi, abbiamo apprezzato ancora di più la stupenda vista che si gode da lassù! Una curiosità: lungo la scala, in una piccola rientranza abbiamo scoperto…un microscopico gabinetto! Arrivati in cima, con un po’ di fiatone e pieni di aspettative, ci siamo ritrovati dentro una cartolina! Il nostro paese dall’alto è spettacolare, circondato dal verde e con le case che sembrano raccogliersi ad abbracciare il castello. Le spiegazioni di Gianluca ci sono apparse ancora più chiare osservando la disposizione delle strette vie e delle abitazioni: per i nemici che avessero osato attaccarci non sarebbe certo stata impresa facile espugnare il nostro fortilizio! Rapiti dal panorama siamo rimasti per un po’ a girare in tondo sulla torre e a osservare tra un merlo e l’altro il paesaggio da ogni punto di vista. Le nostre esclamazioni mettevano allegria! L’ora del rientro è arrivata troppo presto e noi, che abbiamo sfruttato fino all’ultimo minuto per restare sulla torre, ci siamo affrettati verso la scuola in una fila saltellante e un po’ rumorosa.
Dopo una mattinata così intensa è impossibile trattenere l’entusiasmo!
Gli alunni della classe V della Scuola primaria di Campo Ligure